Uso la bici ogni giorno per andare a lavoro, fare una piccola spesa, allenamento, andare fuori a cena, e settimana scorsa mi è capitato di usarla per andare a trovare una mia amica a Manno, un piccolo comune situato subito fuori dall’uscita autostradale di Lugano Nord.

Arrivavo da sud, percorrendo la ciclabile sul lato est del Vedeggio. Giunta all’altezza di Manno, seguendo quanto suggerito dalla segnaletica fisica per le biciclette, da Google Maps e dall’app Svizzera Mobile, dovevo sfruttare un breve sottopassaggio per sbucare in Via Violino e dunque alla località Uovo di Manno (la rotonda nell’immagine).

Quello che mi trovo davanti è una scala pedonabile larga circa 1 metro affiancata da una striscia liscia di cemento con pendenza del 40% larga a dir tanto 40 cm. Se già questo non bastasse, l’imbocco di suddetta passerella ciclabile è ostacolato dalla presenza di un cestino dei rifiuti.

È finita qui? Ovviamente no! Per risalire dagli inferi devo affrontare una salita altrettanto impervia e dalla medesima struttura, litigando con una siepe che invade l’ultimo metro di rampa prima di poter finalmente tirare il fiato.

Il Ticino non sarà il cantone con la rete ciclabile migliore della Svizzera, però devo ammettere che in generale non è difficile spostarsi ovunque con la bicicletta. Ci sono alcuni punti sovrapposti al flusso di automobili in cui bisogna prestare attenzione, ma comunque sono molti i tratti in cui si ha a disposizione una ciclabile lunga e curata. Questo per dire che non voglio portare tale episodio come exemplum generale dello stato delle piste in Ticino (che reputo in realtà buono), ma di come spesso i dettagli di pochi metri, e che possono far la differenza nell’opinione dei più, evidentemente vengano decisi/progettati da persone che nel quotidiano non usano la bici. Da brava ciclista che parla come mangia, desidero quindi stilare una breve lista dei dettagli da tenere in considerazione quando un Ufficio Tecnico comunale decide di implementare rampe per biciclette.

  1. Con l’avvento delle e-bike, un velocipede può arrivare a pesare anche 25kg. Si tratta dunque di un oggetto dal peso considerevole che non tutti riescono a spingere in salita e in discesa. Mi immagino la pensionata che ha acquistato una bici elettrica proprio per alleviare le fatiche della pedalata e poi si ritrova all’improvviso in una situazione in cui deve tirare fuori la forza di Hulk per spingere in salita/discesa il suo mezzo e la concentrazione di un giocatore di scacchi per tenere sufficientemente tirati i freni… È bene costruire le rampe in modo che abbiano, laddove possibile, una pendenza al massimo del 30%.
  2. Le case produttrici tendono a disegnare manubri sempre più larghi per agevolare la stabilità del veicolo (la media odierna per le mountain bike è di 77cm). Come trasportare in sicurezza una bici del genere giù da una rampa larga appena 40cm!? Nel mio caso sono stata con la ruota tutta sul margine vicino ai gradini e non oso immaginare cosa sarebbe potuto succedere se per caso essa fosse scivolata giù dal bordo. Il mio suggerimento è dunque quello di prevedere almeno 80 cm di larghezza della rampa.
  3. In situazioni di forte pendenza, è più facile effettuare una manovra con la bici se l’entrata e l’uscita del passaggio sono sgombere da ostacoli (e.g. il cestino dei rifiuti, la siepe).
  4. Bonus: rendere il passaggio eventualmente fruibile anche dall’utenza in carrozzella o con passeggino.

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