Settimana particolare: dopo tanto tempo, i miei genitori hanno deciso di concedersi una vacanza al mare. Ho dunque chiesto di lavorare da casa. La causa: “nonno-sitting”. Si sa, a quasi novantaquattro anni è meglio non lasciar solo nessuno per svariati giorni.

Ormai non ci ricordiamo nemmeno più com’era PRIMA: prima del Covid, quando beneficiare di una giornata di telelavoro (o smartworking, a seconda di come si è abituati a chiamarlo) era visto come un benefit ampiamente sudato con anni di fedele operato oppure come una situazione da richiedere in circostanze più che eccezionali.

La pandemia ha portato tanto dolore, perdita e smarrimento; tuttavia, come ogni momento storico rivoluzionario, ha dato la spinta verso cambiamenti anche positivi.

Aziende e lavoratori hanno rivalutato il significato di luogo di lavoro, vissuto non più intrinsecamente come lo spazio aziendale, ma qualsiasi posto permetta di svolgere serenamente le proprie mansioni. Tanti datori hanno inserito nella enterprise policy un numero standard di giorni che mensilmente si possono prendere di telelavoro. Forse non avrebbero nemmeno potuto fare altrimenti: tre anni di lavoro ridotto a periodi alternati hanno instaurato nuove abitudini che difficilmente possono essere sradicate con un semplice “Ok, da domani si torna alla norma”. Del resto, quanti di noi ancora manifestano una lieve esitazione quando si tratta di salutare qualcuno dandogli i baci sulla guancia?

Vedo dunque questo come futuro del lavoro impiegatizio (ma non escludo pure di quello di produzione grazie all’AI in continua evoluzione): un mondo in cui si porteranno a termine le proprie mansioni scegliendo con crescente libertà QUANDO, ma soprattutto DOVE.

Un mondo in cui il lavoro non sia più percepito come la parte del dovere, ma potenzialmente come un’attività piacevolmente svolta in località più stimolanti della solita scrivania con vista su area industriale.

Un mondo in cui nessun genitore debba essere più costretto a scegliere tra carriera e cura della propria famiglia, in quanto la sua presenza in casa è garantita all’occorrenza.

Un mondo in cui per assistere i propri cari in difficoltà non ci si debba più appellare a una legge, ma venga naturale concederlo.

Un mondo in cui viaggiare non sia più relegato a contati giorni di ferie.

Lo scoglio più grande alla realizzazione di questa visione è sicuramente la fiducia. E se fosse davvero questo il segreto: rendere le persone così grate e a proprio agio nel loro lavoro da non pensare minimamente di “tradirlo”?


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